Buen Vivir in Bolivia
Azioni di mutualità contadina per promuovere la sicurezza alimentare tra popolazioni indigene boliviane.
Periodo di esecuzione: 2013 - 2015.
Contesto. Il progetto si realizza in Bolivia, nella comunità rurale Chillijchi, nel Municipio di Vila Vila, Dipartimento di Cochabamba. Il Municipio è tra i 10 più poveri del Paese, con un reddito medio pro capite inferiore a 1 dollaro al giorno.
La denutrizione è senza dubbio la problematica più grave che interessa l’area destinataria del presente progetto. Se si considerano i bambini entro i 5 anni di età si rileva che 2 su 3 sono denutriti cronici e gravi, mentre 3 su 5 soffrono di anemia (quest’ultima colpisce anche il 33% delle donne in età fertile). Ad aggravare ulteriormente la situazione dei più piccoli è la mancanza di istruzione primaria tra le madri – che molto spesso parlano solo il quechua – e la carenza di servizi sanitari di base. A causa dell’alimentazione povera – non solo quantitativamente ma anche qualitativamente (il 92% degli alimenti consumati sono tuberi) -, 8 persone su 10 dispongono di una dieta in grado di soddisfare solo il 70% del loro fabbisogno energetico.
Gli obiettivi. Il progetto ha lo scopo di migliorare le condizioni di vita della popolazione della comunità di Chillijchi nel Municipio di Vila Vila, riducendone la vulnerabilità alimentare.
Le attività. Il progetto intende garantire un maggior grado di sicurezza alimentare operando in due ambiti:
percorso formativo sull'educazione nutrizionale: con tale attività si formeranno le famiglie coinvolte sui principi fondamentali atti a garantire un livello idoneo di igiene e salubrità dell'ambiente domestico, con particolare attenzione alle attività di preparazione e conservazione dei cibi. Il monitoraggio costante delle azioni messe in pratiche dai destinatari permetterà di adottare misure correttive in itinere.
implementazione e diversificazione dell'attività agropastorale: con l'obiettivo di garantire alle famiglie coinvolte una dieta equilibrata, si promuoverà l'adozione di nuove specie orticole e animali - che si andranno ad affiancare a quelle già presenti -, accompagnando il processo con un percorso formativo che permetta di migliorare la produzione agropastorale - quantitativamente e qualitativamente - adottando tecniche biologiche in grado di contenere gli effetti negativi derivanti dal cambiamento climatico, sempre più evidenti nella zona d'intervento.
implementazione e diversificazione dell'attività agropastorale: con l'obiettivo di garantire alle famiglie coinvolte una dieta equilibrata, si promuoverà l'adozione di nuove specie orticole e animali - che si andranno ad affiancare a quelle già presenti -, accompagnando il processo con un percorso formativo che permetta di migliorare la produzione agropastorale - quantitativamente e qualitativamente - adottando tecniche biologiche in grado di contenere gli effetti negativi derivanti dal cambiamento climatico, sempre più evidenti nella zona d'intervento.
L'intervento si contraddistingue per la metodologia - caratterizzante tutti gli interventi di Aynisuyu - basata sul principio della reciprocità: il progetto assume una struttura ‘a cascata’, in cui ogni beneficiario diretto è tenuto a sua volta a ‘passare’ ad altri i frutti di quanto ricevuto in termini di conoscenze teoriche e di doni in natura. In questo senso si parla di soggetto diffusore (che riceve il dono direttamente da Aynisuyu ed è tenuto a replicarlo) e soggetto di base (che riceve il dono dal soggetto diffusore). Lo stesso soggetto di base diventa a sua volta soggetto diffusorenel momento in cui replica il dono ad altri.
Si realizza così, in un arco di tempo che varia a seconda delle tempistiche dei cicli produttivi (agricoli e pastorali) dei prodotti oggetto dello scambio, l’effetto ‘a cascata’ che permette di coinvolgere tutti i membri di una comunità, in un’ottica di inclusione e non discriminazione.
La pluriennale esperienza di Aynisuyu testimonia che interventi basati sul principio della reciprocità garantiscono non solo una maggior efficacia – grazie al ruolo proattivo assunto dalle persone coinvolte, che al termine dei progetti dimostrano di saper continuare a replicare le azioni secondo il meccanismo ‘a cascata’ in completa autonomia – ma anche una maggiore efficienza, visto il numero crescente di beneficiari coinvolti a parità di investimento finanziario iniziale.
Il principio della reciprocità trova le sue origini culturali e storiche nell’Inti Raymi, festa tradizionale dei popoli incaici andini originariamente celebrativa del dio Sole e coincidente con il solstizio d’inverno dell’emisfero australe.
Beneficiari. I destinatari diretti sono le 55 persone che compongono le 12 famiglie coinvolte.
Le famiglie direttamente beneficiate sono selezionate tra quelle che vivono in condizione di maggior povertà ed esclusione sociale, che hanno insufficienti entrate finanziarie e residenza permanente nella comunità, che partecipano attivamente alla vita comunitaria secondo le tradizioni e i costumi locali e che hanno un potenziale produttivo e organizzativo e dimostrano interesse nel percorso formativo proposto e volontà di migliorare la qualità dell’alimentazione familiare; infine, che condividono il principio della reciprocità e si assumono il compito di applicarlo.
I destinatari indiretti sono i restanti 105 abitanti della comunità di Chillijchi.
Partner proponente ed esecutore di questo progetto è Aynisuyu - Territorio della reciprocità, un’organizzazione privata di sviluppo sociale senza scopo di lucro fondata nel 1994 che ha sede a Cochabamba, in Bolivia. Suo scopo istituzionale è promuovere – presso la popolazione indigena rurale più svantaggiata delle regioni di Valle Alto e Cono Sur, nel dipartimento di Cochabamba - lo sviluppo locale mediante un’attività articolata in 3 programmi integrati che intervengono nell’ambito del diritto umano alla sicurezza e sovranità alimentare; dei diritti economici, sociali e culturali; del diritto alla salute e all’istruzione. Gli interventi si basano sulla metodologia della reciprocità: secondo questa logica le persone beneficiate (in doni materiali o in formazione) si assumono il compito di replicare tale dono ad altri soggetti, divenendo al tempo stesso beneficiari e donanti. S’innesca così un processo virtuoso ‘a cascata’ che non solo moltiplica nel tempo i beneficiari di un intervento, ma ne garantisce anche la sostenibilità sociale.
Progetto Sviluppo Liguria onlus, associazione genovese esperta in progetti di cooperazione internazionale in America Latina, è l'associazione capofila dell'intervento, nonchè nostro partner storico.
Albero dei Sorrisi partecipa al progetto con un apporto di € 2.800.